Intervista Gabriele Cappellini

Gabriele_CappelliniGabriele Cappellini, nato a Pistoia, laureato con lode in scienze economiche bancarie presso l'Università di Siena è stato nominato Amministratore Delegato del costituendo Fondo Italiano di Investimento dedicato al sostegno della crescita delle piccole e medie imprese italiane. Un progetto importante che potrà contare sulla competenza e professionalità di Cappellini e in particolare sulla sua decennale esperienza alla guida di Mps Venture Sgr per cui ha lanciato e gestito ben sette fondi mobiliari chiusi per un valore complessivo di 450 milioni di Euro.

Il 18 Marzo ha visto la nascita del FONDO ITALIANO DI INVESTIMENTO per PMI, alla cui cerimonia inaugurale il Ministro Tremonti ha dichiarato: “È la cosa giusta al momento giusto, fatta nel modo giusto”. Quali obiettivi si pone l'sgr di cui lei e' l'amministratore delegato?

Le parole del Ministro sono la giusta metafora che ispirerà l’azione del Fondo: operare nella giusta direzione al fine di supportare i programmi di sviluppo ed aggregazione delle piccole e medie imprese italiane. Perché questo accada è necessario prima di tutto che siano ottenute tutte le autorizzazioni da parte delle Autorità di Vigilanza : stiamo operando in modo da bruciare le tappe per rendere operativo il Fondo nel minor tempo possibile. La pianificazione dell' attività di fatto dipendera' dall' approvazione di Banca d'Italia.

Quali saranno i prossimi passi e quando potrà essere operativo il Fondo?

Come ho detto, ci stiamo adoperando per partire il prima possibile, mi auguro che l 'autunno possa essere la stagione giusta. Le autorizzazioni potrebbero già pervenire tra settembre e ottobre. Abbiamo predisposto tutta la documentazione richiesta, compreso il programma di attività ed una bozza del regolamento affinchè Banca d’Italia possa valutare congiuntamente il progetto. Il Team di Investimento è gia stato Individuato? No, al momento stiamo avviando le ricerche per la costituzione dei team tramite Management Search per l'individuazione delle risorse che saranno dedicate agli investimenti diretti e Spencer & Stuart per il Team del fondo di fondi.

Il fondo avrà a disposizione una quota di investimento di partenza pari a 1.000 milioni di Euro versati dai 4 soggetti partecipanti (Cpd, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps). Una solida partenza.

Assolutamente!. La cifra messa a disposizione oggi dai quattro istituti bancari da lei citati è assolutamente rilevante per il mercato italiano:valuteremo l' impatto che tale disponibilità potrà avere sia per gli investimenti diretti sia per quelli indiretti e quindi modulare l’eventuale ulteriore fund raising.

La seconda parte di fund raising è già stata pianificata?

Il budget di 3 miliardi di euro e' una quota certamente ambiziosa . Noi riteniamo che un first closing lo dovremo fare nei tempi più brevi possibile e quindi già sul primo miliardo per poi verificare ulteriori disponibilità sul mercato, da parte di altri investitori qualificati, entro i successivi 18.. Il fondo è dedicato alle piccole medie imprese.

Quali potrebbero essere i requisiti minimi perché una piccola media impresa possa essere presa in considerazione come investimento?

Ci muoveremo nei comparti: industriale, commerciale e di servizi cercando di individuare aziende che presentano un minimo di struttura tale da poter essere ricettive dell’attenzione di un fondo di private equity. Certamente non faremo operazioni con leva esasperata (è uno dei problemi a cui vogliamo dare un preciso indirizzo). Il Fondo farà prevalentemente operazioni di minoranza e non si occuperà di imprese in fase di start up nè in crisi. Tuttavia potremo valutare operazioni di management buy-in e buy-out con l’obiettivo di garantire la continuità aziendale con il supporto di validi e comprovati manager. Il fondo si dedicherà a tutte le imprese che abbiano interessanti prospettive di sviluppo ed aggregazione, anche nel caso in cui necessitino di passaggi generazionali. Vogliamo essere più vicini possibile alle problematiche dell’impresa, valutando limiti temporali non troppo stringenti per il nostra uscita e neppure obiettivi di redditività molto elevati. Cercheremo insomma di dare assistenza a tutto tondo, supportando l'azienda anche nella parte di consulenza finanziaria, componente che spesso manca perchè l'imprenditore è concentrato su altre tematiche.

Le piccole medie imprese in cui investire attraverso quali canali perverranno?

I canali saranno i piu' disparati. Abbiamo già a disposizione alcuni database che andremo ad arricchire. Lavoreremo in team per identificare le imprese oggetto dell'investimento. Un aiuto molto importante potrà essere dato a livello regionale dalle varie associazioni di categoria.

Relativamente alla diversificazione geografica: dato che il Fondo avrà necessità di effettuare uno scouting su tutto il territorio italiano, sarà contemplato un team localizzato in sedi regionali?

Non escludo la costituzione di sedi regionali distaccate: certamente dovremo avere dei riferimenti territoriali, in particolare una struttura che guardi con attenzione al centro sud. Anche in questo senso il supporto delle associazioni di categoria che sono organizzate secondo una presenza territoriale ramificata potrà essere estremamente importante.

La soglia di investimento è costituita da aziende che abbiano un fatturato interessante per fondi maturi, a partire da 10 milioni di Euro. Quali prospettive di crescita e di sviluppo identifica per le aziende che non rientrano in questo range di fatturato e che sono oggetto di interesse di fondi di Venture Capital, che in Italia hanno avuto più difficoltà di affermazione?

La finanza aziendale non si risolve con un singolo intervento. Non sempre un fondo di private equity si dimostra idoneo per le piccole aziende: costruire un 'operazione di private equity su una azienda che fattura pochi milioni di Euro è estremamente oneroso.: generalmente per effettuare un'operazione di private equity nel settore expansion l'azienda deve avere requisiti seppur minimi di struttura e di fatturato.

Tuttavia in Italia il segmento del Venture Capital ha incontrato oggettive difficoltà soprattutto a fungere da collante e trade d'union tra l'investimento dei business angels e quello del fondo di Private Equity. Quali saranno le tipologie di investimento seguite, fondo dei fondi, coinvestimento?

Non è ancora stato deliberato, comunque penso si farà ricorso ad entrambe le modalità.

Il profilo del rischio industriale sostenuto dagli investimenti che il Fondo effettuerà è definito più elevato rispetto a quello tradizionale, tale scelta sarà riflessa anche nella scelta dei settori su cui investire?

Il profilo di rischio in questa fase economica è abbastanza elevato per tutti poiché il futuro rappresenta un'incognita, tuttavia gli imprenditori bravi sanno sempre trovare soluzioni adeguate e condivisibili. Sicuramente il fondo potrà garantire agli imprenditori degli interventi che possano agevolare lo sviluppo dell'impresa anche grazie alla richiesta di una redditività piu' contenuta e a tempi meno stringenti per la realizzazione degli obiettivi. Relativamente al settore di rischio industriale va anche sottolineato che le imprese oggi si trovano a dover rincorrere costantemente l'innovazione e l'avanzamento tecnologico: elementi che, di fatto, richiedono continui investimenti e quindi un continuo impiego di risorse “straordinarie”. La continuità e in qualche modo la costanza dei processi di investimento in beni materiali ed immateriali , richiedono all’azienda forme di finanziamento sempre più a lungo termine e sopratutto una maggiore consistenza di capitale proprio necessario per mantenere un adeguato equilibrio finanziario.

Una buona parte dell'investimento del fondo dovrebbe essere dedicato alle imprese nel settore manifatturiero ci può confermare questo dato?

In realtà non ci sarà una preponderanza dell'investimento solo in un settore ma saranno contemplati tutti i settori che si adattano per dimensioni di fatturato alle operazioni di private equity. Pertanto saranno le caratteristiche dell'impresa in termini di prospettive evolutive, fatturato, management a determinare l'investimento più che il settore di provenienza.

Relativamente al Private Equity, secondo lei è possibile che i fondi fuoriescano dalla crisi con una maggiore specializzazione settoriale quindi investendo in determinati settori industriali?

Dipende da cosa intende per specializzazione. Se intendiamo un investimento da parte di un fondo in un settore specifico questa osservazione non mi trova in accordo: il fondo di private equity per sua natura deve diversificare l'investimento poiché fare l'ingresso in più società dello stesso settore potrebbe causare un conflitto di interessi, dipende da quanto siano “distanti” le aziende coinvolte nell'operazione di private equity. Viceversa si possono creare dei fondi che hanno dei comparti che si dedicano con maggiore attenzione all'analisi di diversi settori produttivi ma dovranno comunque conservare una competenza ampia.

La normativa 2001 sulle sgr ha significato una attenzione politica atta a spostare l'intervento economico dalle forme di partecipazione-contribuzione verso un modello piu' innovativo. Un modello che è nato con grandi speranze ma che spesso non ha portato risultati immediati.Obiettivo di questa sgr è non perdere neanche un euro. Riusciremo a ridare fiducia agli investitori?

La normativa dei fondi mobiliari chiusi di diritto italiano risale al '93 ed è stata successivamente rivista anche per adeguare l’operatività dei fondi allo standard europeo, ad esempio in relazione alla identificazione delle varie tipologie dinvestitori nonchè alla possibilità da parte degli operatori di richiamare le quote sottoscritte (committment) progressivamente all'avanzamento degli investimenti effettuati. La nostra SGR si rivolge agli investitori qualificati e si pone l’obiettivo di gestire in maniera seria, qualificata ed economica gli investimenti,in aziende di piccole e medie dimensioni in fase di sviluppo.