Intervista Karim Basyouni

Milano, Finanzastraordinaria.it incontra Karim Basyouni imprenditore italo –egiziano che ha aperto una attività imprenditoriale a Sharm el Sheik. Ci può raccontare brevemente quali ragioni l’hanno portata ad investire a Sharm e come è nata l’iniziativa?

Sono nato e vissuto in Italia. Dopo una laurea in economia dei mercati finanziari e un MBA in marketing ho deciso di portare avanti un progetto imprenditoriale di start up innovativa nel settore tecnologico. Nonostante l’interessamento positivo della Silicon Valley, la fase di fund raising italiana durata ben due anni non ha portato i capitali necessari allo sviluppo dell’iniziativa, lo dico a malincuore ma in Italia le start up non trovano finanziatori e attenzione necessaria allo sviluppo. Avendo un animo imprenditoriale tuttavia non mi sono scoraggiato e ho trovato una interessante opportunità a Sharm che, grazie al sostegno di due finanziatori italiani, sono riuscito a trasformare in un progetto imprenditoriale importante. Così a novembre 2010 è nato il locale Bellavita situato in una posizione strategica di Sharm, all’incrocio tra due vie di notevole importanza turistica per la città.

Quindi da novembre le cose sono andate bene, locale in fase di avvio ma con successo. E poi è accaduto l’inaspettato: i disordini a Il Cairo. Che tipo di notizie avete avuto a Sharm?

L’unica notizia che abbiamo avuto il giorno prima della rivolta è stata data da un ragazzo che vende souvenir e che ogni tanto si reca nel nostro locale. Ci ha detto: “domani ci sarà un grosso problema in Egitto, andranno in piazza milioni di persone” ma ovviamente non abbiamo dato peso a queste parole. Salvo il giorno successivo quando effettivamente è accaduta la rivolta a Il Cairo.

E a quel punto sono state troncate subito le vie di comunicazione?

Si, il giorno dell’inizio dei disordini sono stati chiusi gli accessi a internet, sms, cellulari.

Quindi vi siete trovati di punto in bianco senza comunicazioni?

A Sharm hanno lasciato attiva solo la linea telefonica per chiamare ma era impossibile ricevere messaggi e collegarsi ad internet da qualsiasi server o provider. Tutte le attività di comunicazione bloccate. Le uniche fonti informative rimaste: la televisione egiziana e il passaparola. In Egitto è ancora molto forte la tradizione dell’oralità.

Secondo il passaparola che cosa stava succedendo?

Si diceva che a Il Cairo fossero scesi in piazza 12 milioni di manifestanti e che stavano iniziando scontri in altre città d’Egitto. A Sharm comunque la situazione rimaneva tranquilla e normale.

Chi erano i manifestanti secondo le voci che vi giungevano?

Esiste un leader riconosciuto a cui fanno riferimento per quanto ha saputo? Non mi risulta di aver mai sentito un nominativo di riferimento riconosciuto come leader. Sembrava piuttosto una rivoluzione popolare, senza un leader carismatico. La popolazione in Egitto è fortemente diversificata, il ceto medio è poco sviluppato e c’e’ una forbice molto ampia tra i ceti più agiati e quelli più poveri: ci sono molte persone che vivono nelle baracche, sono poverissime e hanno condizioni di assoluto disagio. Ho avuto modo di vedere con i miei occhi le campagne intorno a Il Cairo abitate da famiglie in condizioni drammatiche.

D’altra parte i rumors [ndr i passaparola, le voci] dicevano anche che la manifestazione fosse stata pubblicizzata tra i giovani attraverso l’uso di social network.

E’ anche tuttavia da rilevare che se le condizioni di povertà hanno spinto una rivolta, altrettanto difficile è ipotizzare che gli stessi ceti che versano nelle condizioni più difficoltose abbiano gli strumenti culturali per affacciarsi ai social network e utilizzarli per promuovere un tam tam tale da organizzare una così imponente manifestazione.

Geograficamente quanto prima di Sharm si sono fermati gli scontri?

Non lo so, nessuno lo sa. Nessuno sa con certezza quello che succede. In questo clima di fermento tuttavia la situazione a Sharm era tranquilla. Quando sono precipitate le cose al punto da spingerla a partire velocemente? Sabato sera si è improvvisamente alzato il panico. Ho visto persone proprietarie di attività commerciali svuotare i negozi, buttare dentro a sacchi rimediati in fretta e furia, anche quelli dell’immondizia, tutta la merce del negozio, alla rinfusa e poi chiudere la serranda. La polizia stessa è arrivata da me e mi ha detto che sarebbe stato meglio chiudere. Pare che infatti fossero scoppiati dei disordini a Sharm vecchia con i beduini.

Secondo quanto ha avuto modo di sentire, questi scontri con i beduini erano parte della rivolta in atto nelle altre città o erano una scia indipendente?

Non saprei anche perché sono circolate diverse versioni: alcuni sostenevano fosse semplicemente un conflitto tra famiglie, altri invece che fosse uno scontro. I beduini sono popolazioni civili che abitano nel deserto, vivono e lavorano con i turisti, questa è la situazione normale.

La reazione dei commercianti tuttavia ha fatto presagire grande paura e preoccupazione però…

E’ probabile che temessero saccheggi nei negozi, soprattutto i venditori di oro e preziosi si sono precipitati a svuotare tutto.

E in mezzo a questo panico, i turisti. Cosa è successo?

I turisti si sono chiusi negli alberghi anche i nostri ospiti sono stati presi dal panico quando ho dovuto comunicare che il locale doveva chiudere. L’idea che si è fatta subito largo tra di loro era quella di un attentato.

Ha pensato di rivolgersi all’Ambasciata o al Consolato italiano prima di partire per capire il da farsi?

Si ma anche per loro le informazioni erano decisamente scarse a causa del blocco totale delle comunicazioni. A questo punto lei ha deciso di tornare in Italia. Immagino sia stato un rientro rocambolesco. Avevo già acquistato un biglietto per un rientro programmato in Italia, il volo sarebbe dovuto partire tra qualche giorno. Sabato sera stesso ho cercato di anticipare il volo su Egyptair ma mi hanno comunicato di avere cancellato tutti i voli.

Sono rimasto nell’aeroporto di Sharm fino all’una di notte e ho quindi deciso di tentare il giorno successivo di rientrare in qualche maniera.

Come è la situazione trasporti attualmente in Egitto?

Oggi non c’e’ modo di spostarsi, i voli interni sono stati cancellati, l’aeroporto di Alessandria non si può raggiungere mentre sono agibili quelli de Il Cairo e Sharm. Il problema di Sharm è l’assenza di una biglietteria. Sabato notte non sono riuscito a partire, sapendo tuttavia che i tour operator avrebbero aperto la mattina seguente alle 5, mi sono recato nuovamente in aeroporto a quell’ora per trovare una soluzione. Grazie al tour operator sono riuscito ad imbarcarmi e fare imbarcare con me altri 4 italiani, così siamo partiti.

In quale situazione versa il paese dal punto di vista economico vista la paralisi dei trasporti e la situazione di oggettiva incertezza?

Hanno chiuso le banche, le borse, probabilmente anche gli uomini di affari stanno cercando di portare capitali all’estero per evitare che succeda come in Argentina.

Che situazione ha lasciato Domenica?

Domenica la situazione era di panico, fino all’arrivo dell’esercito. L’esercito nelle immediate vicinanze del Sinai e Israele.

Certamente questo schieramento ha una funzione “difensiva” contro il propagarsi dei disordini interni all’Egitto e di tutela nei confronti dei turisti rimasti ancora sul territorio. Tuttavia non possiamo dimenticare la delicatezza del Sinai, confine in cui vige un accordo di demilitarizzazione tra Egitto e Israele.

Lei ha un papà egiziano e conosce la situazione e le abitudini del paese. Una persona straniera che si trovi in questo momento in Egitto, quali difficoltà potrebbe incontrare e quale comportamenti dovrebbe adottare per affrontare questa situazione di instabilità?

Io sono nato in Italia e sono arrivato in Egitto come imprenditore un anno fa. Conoscere la cultura araba in un giorno o spiegarla in pochi minuti è difficile. In ogni caso si deve partire dal presupposto che c’e’ un grande rispetto del turista e della sua cultura. Per prima cosa i turisti devono cercare di affidarsi il più possibile al personale degli hotel e dei tour operator, in grado di fornire informazioni corrette. L’unico problema nonostante a Sharm la situazione sia tranquilla, è reperire i voli per il rientro. I tour operator sapranno però dare il supporto e predisporre una organizzazione per il rientro.

Cosa sta succedendo ora, il suo locale è stato saccheggiato?

No, il locale è integro. Sharm è tranquilla. Ma chiaramente il nostro business ha segnato un -95%. Cosa pensa succederà ora? E’ difficile dirlo. Il popolo vorrebbe che il Presidente lasciasse. Ma la mia domanda è: se il presidente lasciasse andremmo incontro a una democrazia o all’anarchia? Secondo me l’Egitto ha bisogno di un governo forte, intendiamoci non una dittatura perché è assolutamente contraria al mio modo di pensare.

Che prospettive si è dato?

Non ho problemi a rientrare in Egitto. Penso che al momento non sia una domanda a cui possiamo rispondere. E poi, quando la situazione politica si stabilizzerà, per quanto concerne la mia attività, bisognerà comunque vedere come reagiranno i turisti.

TB finanzastraordinaria.it 2011