Domenica, 19 Settembre 2010 17:08

Intervista Mario Gabbrielli

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mario_gabbrielliMario Gabbrielli - Presidente e Managing Partner, Gabbrielli&Associati Ha ricoperto le cariche di Direttore Finanziario del Gruppo Olivetti, Direttore Finanziario del Gruppo ENI-Ente Nazionale Idrocarburi, Amministratore Delegato della Agricola Finanziaria, Amministratore Delegato della BNL Gestioni SGR e BNL Investimenti SIM. E’ membro dell’Advisory Council dell’Associazione Nazionale Direttori Amministrativi e Finanziari. E’ Sindaco effettivo della Fitch Italia ed iscritto al Registro dei Revisori Contabili. E’ laureato in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano.

Dott. Gabbrielli, lei è stato Direttore Finanziario del Gruppo Olivetti e del Gruppo Eni, quali sono le differenze nella gestione di aziende private e pubbliche? Quali gli aspetti “premium” dell’una e quali dell’altra tipologia?

L’azienda a controllo statale doveva rispondere anche a degli input esterni. Adesso questa differenza e’ diminuita anche perché le grandi aziende ex Iri o ex Eni comunque sono sostanzialmente privatizzate quindi le grandi strutture economico operative controllate dallo stato praticamente non esistono più. Le strutture a controllo statale ancora esistenti sono Alitalia, RAI, e Fs ma mi sembra fuori dubbio sia prevedibile che il livello di privatizzazione continui ad aumentare. La Olivetti è sempre stata una azienda superprivata. Quando sono approdato lì, prima che arrivasse Carlo De Benedetti che poi mi ha nominato Direttore finanziario, la finanza era già gestita molto professionalmente. All’ENI ho quotato per esempio la Saipem, la prima azienda del gruppo ad entrare in Borsa e i miei successori hanno continuato questa forma di sviluppo. Le differenze comunque attualmente tra ENI e le aziende private si sono annullate a beneficio del mercato, del consumatore, dell’investitore.

Con il suo gruppo ha acquisito una quota di Mediapolis s.p.a che sta lanciando un polo commerciale di grandi proporzioni nei pressi di Ivrea. Come e’nata l’idea di puntare in questo settore?

Siamo entrati su questa operazione per combinazione. L’idea di Mediapolis venne ad un architetto di nome Porcellini che abitava ad Ivrea. Seppe che quando Disneyland stava progettando un parco in Europa aveva studiato e fissato 7-8 aree compatibili e l’unica italiana designata era proprio quella nei pressi di Albiano, vicino ad Ivrea, dove sorgerà Mediapolis. Disneyland decise però di optare per Parigi perché si voleva fare un parco di grandissime dimensioni e che fosse una città satellite di una grande capitale. L’area scelta poi destinata a Mediapolis e’vasta 600.000 mq. In origine era stata acquistata da Olivetti per edificare una fabbrica. L’architetto Porcellini propose di fare un parco a tema all’immobiliare Olivetti convincendola a vendergli il terreno, diventando azionista di una parte sottoscritta come quota azionaria e per il resto facendo un finanziamento alla società costruttrice. Per il progetto si rivolsero a me perchè in quel momento conoscevo bene il territorio e la realtà Olivetti. L’operazione si rivelò molto lunga e difficile per la mole dei permessi da richiedere e per l’opposizione degli ambientalisti. Il parco Mediapolis nasce scientificamente come parco tra due grandi città ad una uscita autostradale: a mezzora da Torino, 1 ora da Milano, insomma in una zona baricentrica. La mia società cominciò a gestire la consulenza e le linee di credito e, avendo eccellenti rapporti preesistenti con la BNL, trovò subito l’appoggio della banca. E di azionisti importanti. L’operazione partì e nel frattempo cominciò la crisi Olivetti e anche quella della Fiat: a questo punto Mediapolis divenne un centro propulsivo di creazione di posti di lavoro e così ottenne un appoggio fortissimo dalla popolazione. Tanto che dinanzi ad una protesta dei verdi la popolazione locale capeggiata dalla farmacista di Albiano raccolse migliaia di firme per far proseguire i lavori. L’appoggio della popolazione e degli enti locali (Regione, Provincia, Comuni) fu costante anche quando FAI portò dinanzi al Consiglio di Stato una causa che, durante i mesi di delibera, bloccò l’iniziativa. Dopo 8 mesi il consiglio ha deliberato con sentenza inappellabile, dove in 12 punti approva definitivamente il progetto. Così l’iter è ripartito, potendo anche contare su un recente aumento di capitale con numerose sottoscrizioni da parte di aziende della regione.

Lei e il suo gruppo avete una esperienza internazionale in particolare nei mercati sudamericano e londinese. Quali differenze vede tra la realtà italiana e quella straniera nel settore della finanza straordinaria?

Noi collaboriamo con una società di consulenza sudamericana con sedi a Londra e New York. La realtà italiana è un po’ in ritardo rispetto soprattutto a quella inglese, la distanza da coprire c’e’ ma le differenze si stanno riducendo . Ha sempre meno senso parlare di realtà italiana, ormai il riferimento e’ extraitaliano. Londra è ancora il maggior centro finanziario europeo, la massa di capitali che si muove è assolutamente forte: la massa del mercato italiano è essenzialmente italiana, non ci sono molti investitori stranieri. Mentre sul mercato inglese c’e’ dimestichezza e presenza di stranieri. Londra è la capitale europea dal punto di vista finanziario.

Quali operazioni e servizi vede in crescita all’interno dell’area delle sue attività?

Quando sono uscito da BNL volevo fare un fondo di Private Equity che di fatto è stato realizzato. Poi ci siamo resi conto che per gestire bene questo tipo di operazioni ci vuole una guida unitaria e abbiamo deciso di vendere la società di Private Equity e fondare Gabbrielli e Associati SpA che opera nella consulenza finanziaria strategica alle aziende e nel M&A. La nostra attività mira a poche operazioni ma tutte di un certo livello. Il team è costituito da 5 partners operativi a tempo pieno e 3 collaboratori. Inoltre abbiamo acquisito la RCF S.A. di Lugano, che studia soluzioni avanzate di investimento per investitori istituzionali, banche, compagnie di assicurazioni. Nelle nostre operazione di M&A, spesso bisogna trovare soluzioni finanziarie complesse. Sono operazioni piccole e medie ma di livello qualitativo professionale alto. Siamo in grado di dare alla piccola o media azienda un valore aggiunto più forte di quello della grande finanziaria: loro curano al top operazioni di grande dimensione, quelle medie e piccole le affidano a personale di livello professionale inferiore.

Finanza ed etica. Lei a quali principi si ispira nell’agire?

Noi crediamo nella lealtà professionale e facciamo gli interessi del cliente. La finanza è sicuramente attenta all’aspetto etico e non solo nell’ambito lavorativo, ma anche sotto l’aspetto di aiuto, volontariato, beneficenza. Le porto l’esempio del Dott. Alfredo Villa, socio di Gabbrielli & Associati: ha costituito un grosso allevamento di cavalli vicino a Biella per il recupero dei tossicodipendenti e ha fondato una Onlus che fabbrica case per i bambini abbandonati.

E’ sempre importante cercare di guidare il cliente verso un buon risultato e per farlo e’ necessario anticipare le esigenze del mercato. Le sue regole per interpretarne i bisogni futuri.

E’ tutta la vita che faccio gli interessi di qualcun altro: degli investitori, dell’azienda. Credo di continuare a gestire le cose nell’interesse di chi mi dà il mandato, sia esso Olivetti o Eni sia esso il cliente che mi dà il mandato di gestire l’azienda.

Il rapporto con il cliente si basa su qualità, stima e fiducia. Quando bisogna confrontarsi con un nuovo potenziale cliente, come si crea la fiducia?

Quando un cliente conferisce il mandato si è già stabilito un rapporto di fiducia. Noi ci confrontiamo con un contesto internazionale enorme. Il rapporto di fiducia nasce spesso anche sulla base di un’operazione conclusa positivamente e della presentazione di persone che hanno delle necessità simili.

Come invogliare investitori privati ad impegnarsi ad investire in opere connesse con il Project Financing che in Italia investe molte attività pubbliche?

Il problema del Project Financing in Italia è spesso determinato dalla mole burocratica e dall’incontro con una realtà locale estremamente difficile e complicata. Anche se ci sono casi di successo: Gilberto Gabrielli per il traforo del Brennero.

Quali i punti di forza dei servizi offerti in Italia?

Tutte le industrie della moda hanno fatto cose pazzesche, Del Vecchio, le industrie friulane di sedie, solo per citare alcuni casi in cui il nostro paese primeggia nel mondo. Le realtà industriali e imprenditoriali possono avere grande successo attraverso una conoscenza diretta della concorrenza e più in generale mediante viaggi esplorativi che sono molto utili per avere ispirazione.

Quali suggerimenti darebbe a finanzastraordinaria.it per rispondere in modo sempre più concreto alle esigenze di un professionista?

Avendo Voi molti contatti che arrivano da esperienze professionali diversificate si potrebbero fare delle tavole rotonde su argomenti interdisciplinari. Bisogna farli vedere e conoscere per vedere se si crea un’alchimia fra di loro e con Voi.

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